Renzo Arbore a inBlu Radio: “Jazz italiano un’eccellenza come la Ferrari, Fellini e Benigni”

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Daniela Lami e Francesco Locatelli insieme a Renzo Arbore

Roma, 15 luglio 2015 – “Quest’anno ad Umbria Jazz c’è un cast veramente eccezionale. Io vado in giro per il mondo e devo dire che Umbria Jazz e gli artisti italiani sono considerati un’eccellenza come la Ferrari, Fellini e Benigni”. Così Renzo Arbore, Presidente della Fondazione Umbria Jazz, ai microfoni di inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, durante il programma “Mattinata inBlu Estate” in diretta questa settimana da una vetrina della centralissima piazza Matteotti a Perugia, ha presentato l’edizione 2015 di Umbria Jazz in programma dal 10 al 19 luglio nel capoluogo umbro.
Numerosi artisti si sono alternati sui palchi del festival. Tra questi Paolo Conte, Brad Mehldau, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Subsonica, Danilo Rea, Ramin Bahrami e Charles Lloyd.
Il Jazz italiano, ha sottolineato Arbore, è “il secondo del mondo ma per certi versi quando si trasforma in sperimentale allora diventa un jazz autonomo da esportazione, con artisti che non hanno il loro corrispondente negli Stati Uniti. Quando mi sono affacciato al jazz, quello italiano era una derivazione di quello americano, era fatto ad imitazione. Noi italiani eravamo sempre ispirati da un gruppo americano. Oggi non è più così, perché il jazz italiano è del tutto autonomo”.
Arbore, durante l’intervista condotta da Daniela Lami e Francesco Locatelli, ha lanciato anche un appello alle istituzioni affinché “diano una mano alla canzone italiana”.
“La canzone italiana – ha spiegato il musicista pugliese – è stata la musica più creativa del ‘900. Sono nati degli artisti come Claudio Villa, Modugno, Battisti, Celentano, De André, De Gregori e Gino Paoli che hanno prodotto delle canzoni straordinarie. Per questo la musica italiana dovrebbe essere aiutata dalle istituzioni per promuovere il nostro Paese. L’Italia non la promuoviamo ma la facciamo scoprire attraverso faticosissime tournée di artisti come quelli del jazz. E’ impossibile che in America non sappiano chi è Lucio Dalla che ha scritto opere straordinarie. Conoscono solo alcuni come Bocelli o il Volo ma tanti altri musicisti non sono conosciuti. Questa è una battaglia necessaria”.