Cei: da Nord a Sud 4 vescovi tracciano profilo ideale nuovo presidente

Card. Menichelli, mons. Spinillo, mons. Valentinetti e mons. Cacucci a InBlu Radio

Pope Francis installs new cardinals.Roma, 22 maggio 2017 – Da Nord a Sud quattro vescovi italiani tracciano un profilo e le caratteristiche fondamentali che dovrà avere il nuovo presidente della Cei. Ai microfoni di InBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane della Cei, parlano il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo (membro del Consiglio Permanente della Cei, in quanto presidente della Conferenza episcopale marchigiana); monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana; monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara – Penne; monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari – Bitonto (membro del Consiglio permanente Cei in quanto presidente della Conferenza Episcopale Pugliese).

 

“La figura del nuovo presidente – ha sottolineato il card. Menichelli – deve avere tre elementi: una relazione di fraternità e amicizia con tutti i vescovi; un padre e un pastore che solleciti una comunione profonda tra noi; capacità di creare un’ottima relazione verso il Santo Padre e le autorità pubbliche, dal momento che la Cei ha una soggettività nazionale chiara e ben determinata. Questi tre elementi li reputo indispensabili. C’è la necessità che si risvegli in tutti noi una dinamicità profetica della pastorale attraverso le modalità d’incontro, riflessione e approfondimento che piano piano saremo capaci di svolgere. La priorità fondamentale è la novità dell’evangelizzazione che non riguarda però il Vangelo che è intoccabile”.
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“Il presidente della Cei – ha aggiunto mons. Cacucci – deve essere prima di tutto un uomo di comunione. Deve far sentire tutte le diocesi parte di un’unica Chiesa e che tutti i vescovi si sentano la collegialità episcopale. La prospettiva deve essere quella di una Chiesa missionaria che viva la comunione. Sono convinto che non può esserci missionarietà se manca la comunione”.
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“Mi piacerebbe avere un presidente – ha osservato mons. Valentinetti – che abbia uno spessore di grande umanità per potersi relazionare non solo con i vescovi della Cei ma anche con la gente in un incontro che sia rivelativo di una presenza e responsabilità che riveste all’interno della Chiesa italiana. Per questo servono grandi doti umane ma soprattutto uno spirito di grande preghiera e vicinanza con il Signore. Vorrei un presidente meno manager e gestore dei vescovi e più un fratello di tanti vescovi che li accompagni nel loro ministero. Vorrei anche che il presidente dia voce ai vescovi facendo esprimere in maniera diretta e concreta le loro idee. Deve essere il collettore delle varie anime, non il presidente che parla al di sopra di tutti. Deve ascoltare e mette insieme le opinioni. Mi piacerebbe vedere non una prolusione iniziale ma un primo ascolto dell’Assemblea e solo alla fine ascoltare una conclusione”.
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“Deve essere una persona di ricca esperienza e sapiente intelligenza – ha concluso mons. Spinillo – per decifrare gli andamenti della vita italiana. Quando il presidente si esprime deve essere molto aderente alle idee di tutti gli altri vescovi. Il presidente deve avere anche un’intensa visione ecclesiale che permetta di sviluppare un dialogo sempre ricco all’interno della Chiesa”.
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