Nello stesso giorno in cui il giovane bracciante maliano veniva ucciso freddamente da un uomo seduto su una sedia di plastica bianca, il neoministro degli interni, eletto da poche ore, Matteo Salvini, affermava che per i migranti irregolari “la pacchia” era finita. Soumaila era un migrante regolare, eppure il 2 giugno del 2018, “la pacchia”, ovvero una vita di stenti, in uno stato di paraschiavismo, nelle baracche improvvisate, sottopagato, sfruttato nel lavoro dei campi dai caporali senza scrupoli, finiva tragicamente anche per lui.