Ecclesia – Papa Francesco crea 13 nuovi cardinali

28 novembre 2020

È il settimo concistoro di questo Pontefice, che all’altare della Cattedra di San Pietro, con la partecipazione ristretta di un centinaio di fedeli, a causa dell’emergenza sanitaria, consegnerà l’anello e la porpora agli eletti. Nove di loro hanno meno di 80 anni, e dunque con il diritto a partecipare a un futuro conclave, e quattro sono ultraottantenni

Come tutte le celebrazioni in questo tempo di pandemia, il rito prevede la presenza di pochi fedeli, tutti distanziati e con la mascherina. Sono presenti solo 11 dei 13 neo cardinali, perché i due asiatici, il filippino Jose Fuerte Advincula, arcivescovo di Capiz, e Cornelius Sim, vicario apostolico del Brunei , sono rimasti nelle loro diocesi “a causa della contingente situazione sanitaria”. Saranno ugualmente creati cardinali ma in un altro momento sarà loro consegnata la berretta, l’anello e la bolla con il titolo

Tra le nuove porpore il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, già collaboratore di Papa Francesco e prefetto al dicastero Vaticano per la Causa dei santi. L’abbiamo raggiunto per chiedergli cosa significa per lui diventare cardinale.

Non più, “non ci indurre in tentazione”, ma “non abbandonarci alla tentazione” e l’inserimento di un “anche”, quando si dice: “Come anche noi li rimettiamo”. I due passaggi del Padre Nostro che cambiano con il nuovo Messale che gran parte delle diocesi adotteranno in questa prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Entro Pasqua tutte si adegueranno alle modifiche che riguardano principalmente il prete. Nell’atto penitenziale c’è una aggiunta inclusiva, accanto ai fratelli ci saranno le sorelle: “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle.” Le invocazioni saranno in greco. “Kyrie, eléison” e “Christe, eleison”, non più “Signore, pietà” e “Cristo, pietà”. Una formulazione differente coinvolge il Gloria, con “pace in terra agli uomini, amati dal Signore”, una revisione che sostituisce gli “uomini di buona volontà”. Il prete dirà: “Scambiatevi il dono della pace”. Previsto un nuovo saluto finale della messa: “Andate e annunciate il Vangelo del Signore.” Don Mario Castellano, direttore dell’ufficio liturgico della Cei ci racconta le principali modifiche