Migranti, Bartolo: corridoi umanitari Ue, Ong e navi militari se ne devono andare

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Roma, 20 marzo 2019. “Pensare che la Libia è un porto sicuro e riconosciuto dall’Italia e dall’Ue è un’ipocrisia. Abbiamo visto come la Guardia costiera libica tratta i migranti quando li ricupera. Una parte li lascia in mare, una parte li scuote in mare come se fossero cimici e poi li picchia quando li mette a bordo. Questo non è rispettoso dei diritti umani.” Lo ha detto il medico di Lampedusa  Pietro Bartolo in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, parlando di migranti e di quanto sta succedendo in queste ore nel Mediterraneo.

 

Pietro Bartolo (foto Ansa)

“Il Governo deve battere i pugni in Europa non sulla pelle della povera gente – prosegue Bartolo – Io sono convinto che non dobbiamo avere più bisogno, e speranza, che ci siano le Ong a salvare le persone. Le Ong se ne devono andare, come se ne devono andare le navi militari, perché i migranti non devono mettere piede in mare, in mare si muore. Devono arrivare attraverso i canali regolari e i corridoi umanitari. Lo fa Sant’Egidio perché non lo fa l’Europa?”.

“Vogliono solo sopravvivere e noi glielo dobbiamo permettere – afferma Bartolo – il Mare Nostrum, il Mediterraneo, deve tornare ad essere mare di vita non un cimitero. Noi siamo un Paese in forte calo demografico, come tutta l’Ue. Tra 10-15 anni l’Italia sarà un ospizio. Approfittiamo di queste persone, ne abbiamo bisogno”.