Monica Di Luca (Airalzh): “Con diagnosi e trattamento precoce si può dimezzare il tasso di progressione dell’Alzheimer”

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20 settembre 2019. Domani, 21 settembre, la giornata mondiale dell’Alzheimer. “Agire nella fase precoce della malattia permette di ritardarne il tasso di progressione del 50%”, sottolinea Monica Di Luca, vice presidente di Airalzh, onlus che per l’occasione fa il punto sui risultati raggiunti sulle nuove tecnologie non invasive per la diagnosi e il trattamento della patologia fin dalla fase iniziale. L’intervista di Giorgia Bresciani

 

Oggi, in tutto il mondo, sono almeno 40 milioni le persone affette da questa grave e per ora irreversibile ed incurabile patologia neurodegenerativa. In Italia si stima che i malati conclamati siano tra 800mila e 1 milione. Perché si parla di malati conclamati? Perché l’Alzheimer ha una fase oscura, di latenza e progresso nascosto dentro il cervello di chi ne viene colpito tra i 15 e i 20 anni. Quindi i malati, calcolando anche quelli destinati a manifestare i sintomi tra anni, sono probabilmente circa il doppio in Italia (2 milioni) e nel mondo (80 milioni di persone). Al momento non esistono farmaci risolutivi, nonostante miliardi spesi in ricerca. Ci sono però vie alternative, protocolli di vita ed azione a favore dei malati non farmacologici, che riescono a rallentare in modo significativo il procedere dell’Alzheimer nei pazienti in cui diventa manifesto. Andrea Domaschio ne ha parlato con Giovanni Anzidei, vicepresidente della Fondazione IGEA onlus, appositamente creata per diffondere il protocollo di cura “Train the brain”, messo a punto dall’equipe del prof. Lamberto Maffei