Suicidio assistito: la Cei esprime sconcerto e preoccupazione. E continua il cammino verso il Sinodo per l’Amazzonia

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“Preoccupazioni di fronte a scelte destinate a provocare profonde conseguenze sul piano culturale e sociale”: così i vescovi riuniti nel Consiglio episcopale permanente hanno precisato a proposito della sentenza della Consulta che ha definito “non punibile a certe condizioni l’aiuto al suicidio”. Una decisione arrivata dopo che il Parlamento ha avuto più di un anno per definire una legge in questa delicata materia. “Alla Chiesa sta a cuore la dignità della persona, per cui i Pastori non si sono soffermati soltanto sulla negazione del diritto al suicidio, ma hanno rilanciato l’impegno a continuare e a rafforzare l’attenzione e la presenza nei confronti dei malati terminali e dei loro familiari” si legge nel comunicato finale. Marino Galdiero ha seguito la conferenza stampa raccogliendo la voce di monsignor Stefano Russo segretario generale della Cei. A questo è stata dedicata la prima pagina di Ecclesia di giovedì 26 settembre che dopo l’omelia del Papa nella messa a Casa Santa Marta è tornata ad approfondire alcuni temi dell’ormai prossimo Sinodo per l’Amazzonia. Alessandra Giacomucci ne ha parlato con padre Giuseppe Buffon, nominato tra gli esperti del Sinodo, docente di storia della chiesa e decano della facoltà di teologia alla Pontificia università Antonianum dove è direttore scientifico del progetto di ricerca per la costruzione di una rete interazionale per l’ecologia integrale, autore per le Edizioni Terra Santa del libro “Perché l’Amazzonia ci salverà”. A tema del dialogo, cosa può imparare il mondo e la chiesa occidentali dall’Amazzonia, come Francesco d’Assisi può essere canale per accedere a questa possibilità di incontro e i motivi delle opposizioni al Sinodo.