2 febbraio 2023
Una festa di colori, musica e canti ha accolto il Papa nello Stadio del Martiri a Kinshasa. La mattina della terza giornata di Francesco in terra congolese è stata segnata dall’incontro gioioso e intenso con una folla di ragazzi che non ha voluto perdere l’occasione di raccontarsi al Pontefice e di sentirsi restituire passi per strade di futuro. Cinque, come le dita di una mano ha detto il Papa – mano che si può decidere di tenere chiusa rendendola arma di offesa o aperta a cercare la mano dell’altro – gli ingredienti suggeriti ai giovani per costruire pace: la preghiera, la comunità, l’onestà, il perdono e il servizio. E poi l’appello a rifiutare il male, la corruzione, la droga, la guerra, e a scegliere il bene. Momento forte di questa visita, che nel pomeriggio che ha preceduto l’incontro con i ragazzi ha avuto un culmine dolente: l’incontro del Papa con alcune persone vittime di terribili violente nelle regioni est del Paese, il Kivu e l’Ituri.
Di tutto questo Alessandra Giacomucci in studio ha parlato con Pierre Kabeza, insegnante e sindacalista costretto a lasciare il Congo per la sua attività in difesa dei diritti umani, già presidente delle associazioni della gioventù della regione del Sud-Kivu.
A commentare le parole del Papa e le testimonianze della sofferenza della gente di quelle regioni anche don Giovanni Piumatti, sacerdote fidei donum della diocesi di Pinerolo che ha condiviso per oltre 50 anni la vita della popolazione dell’est del Congo.
E oggi, Giornata mondiale della vita consacrata, nel pomeriggio il Papa incontra i vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, consacrati e consacrate che hanno potuto raggiungere la capitale. Tra chi segue l’incontro padre Nkiere Ghislain Makolongo, economo della comunità salesiana a Kinshasa.