Azzardo, Consulta antiusura: “Primo passo ma lasciare contratti in vigore non è buon segno”

PIAZZA INBLU

Mons. D’Urso a InBlu Radio: “Divieto di pubblicità è il minimo sindacale. Azzardo non è un buon prodotto e non si può chiamare gioco perchè non socializza nulla”

intervista di Chiara Placenti:

Un uomo gioca con una slot machine in una foto d’archivio. ANSA / YM YIK .

Roma 3 luglio 2018. “Dopo tanto parlare mi aspettavo qualcosa di più anche sulla pubblicità. È comunque un primo passo a cui diamo il benvenuto”. Lo ha detto il presidente della Consulta nazionale antiusura ‘Giovanni Paolo II’ Onlus, mons. Alberto D’Urso, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando il decreto dignità approvato dal Consiglio dei ministri in cui è presente una stretta alla pubblicità sul gioco d’azzardo.
“Il documento – ha aggiunto mons. D’Urso – va però approfondito perchè all’articolo 8 viene aggiunto un nuovo comma, il numero 5, non previsto che cede alle richieste delle società di gioco e azzardo, escludendo alla nuova normativa i contratti in vigore. Questo non è un buon segno. Le persone che guardano al loro profitto si sono date da fare per difendere i loro privilegi. Il divieto di pubblicità per noi è il minimo sindacale”.

“L’azzardo – ha concluso mons. D’Urso – dobbiamo convincerci che non è buon prodotto. Il mondo politico non può continuare su questa strada. Una sana economia non è legata alla presenza dell’azzardo. Non lo chiamo assolutamente gioco perchè non socializza niente”.