Giornata mondiale disabili. Papa Francesco: “Non esistono vite di serie A e B”

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3 dicembre 2019. Sono tre milioni e centomila in Italia le persone con disabilità, pari al 5,2 % della popolazione. Gli anziani sono i più colpiti: quasi un milione e mezzo di ultra settantacinquenni e novecento novantamila di essi sono donne. Il 29% di queste vive sola, prive di una rete di aiuto. Ciò implica una scarsa soddisfazione per la vita, che per i disabili porta la percentuale dei soddisfatti al 19,2% a fronte del 44,5% del resto della popolazione italiana. È la fotografia scattata dall’Istat in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità. La rete dei servizi e delle strutture mostra forti squilibri territoriali, dovuti alla disparità di risorse a disposizione degli Enti locali; per conseguenza, le persone con disabilità subiscono discriminazioni in base al luogo in cui vivono. Nel nostro Paese le famiglie continuano a svolgere un ruolo cruciale. In prospettiva: la riduzione delle reti familiari e l’invecchiamento della popolazione rischiano di mettere in crisi la sostenibilità di questo modello di welfare.

 

Tutelare i diritti dei disabili e delle loro famiglia ma anche “rendere più umano il mondo, rimuovendo tutto ciò che impedisce loro una cittadinanza piena”, così Francesco nel messaggio per la Giornata dedicata alle persone disabili. Il Papa invita a “sviluppare gli anticorpi contro una cultura che considera alcune vite di serie A e altre di serie B”. Si tratta – aggiunge – di un “peccato sociale” che si oppone alla conversione che ci insegna il Vangelo. La dignità – dice Francesco – “non dipende dalla funzionalità dei cinque sensi”. Si sofferma poi sugli “esiliati nascosti”, le persone “soprattutto anziani che, anche a motivo della disabilità sono sentite a volte come un peso, e rischiano di essere scartate”. Per tutto questo, non basta fare buone leggi e abbattere le barriere fisiche. Bisogna “cambiare mentalità”. In questi anni “si sono portati avanti processi inclusivi, ma non è ancora sufficiente” dice il Papa, “perché i pregiudizi producono, oltre alle barriere fisiche, anche limiti all’accesso all’educazione per tutti, all’occupazione alla partecipazione”.

Servizio di Marino Galdiero

 

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