Per gli americani sono stati gli anni Ruggenti, al ritmo del jazz, per noi italiani gli anni del regime, assai meno spensierati. Per gli ideatori della mostra genovese Gli anni Venti in Italia (Palazzo Ducale, fino al 1 marzo) sono L’età dell’incertezza, un’epoca in cui vengono rappresentati l’inquietudine e i grandi cambiamenti conseguenti alla fine di un devastante conflitto mondiale. Oltre 100 opere a firma di Carrà, Casorati, de Chirico, Arturo Martini, Severini, Sironi, Depero, Prampolini, Savinio intendono offrire uno sguardo originale sul decennio, mettendone in luce non tanto gli aspetti esteriori del glamour, nei quali si incarnarono il desiderio di evasione e di appagamento sensoriale, quanto piuttosto i lati più oscuri, inquieti e irrazionali. La visione è organizzata in percorsi tematici di grande suggestione, dal tema della metropoli con i suoi disagi e la sua solitudine, a quello dell’alienazione, dall’edonismo all’evasione nostalgica. Matteo Fochessati, fra i curatori, ne parla con Paolo Prato in una lunga intervista inframmezzata da musiche del tempo: dal futurista Casavola al neoclassico Casella, da I Pini di Roma di Respighi alla Tarantella di Malipiero. Sul finale di trasmissione, uno sguardo anche sulle attività concertistiche che caratterizzano le festività a Genova e la segnalazione di una mostra su Alfred Hitchcock, a 120 anni dalla nascita, sempre a Palazzo Ducale.
