Chiesa e comunità
Il dramma dei profughi in Bosnia e in Centrafrica tra violenza e solidarietà

14 gennaio 2020 Sono 2500 le persone migranti ai confini est dell’Europa costrette a vivere queste giornate di freddo e di neve in condizioni di assoluta precarietà. Ad accompagnarli la solidarietà diffusa e organizzata in particolare dalla Caritas insieme ad altre ong e alla Croce Rossa. Ora all’Europa arriva anche l’appello delle principali organizzazioni per i diritti umani che hanno chiesto aiuti umanitari immediati e soluzioni adeguate. A parlarne con Alessandra Giacomucci in studio padre Camillo Ripamonti presidente del Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia. Altro confine segnato dalla violenza è quello della Repubblica Centrafricana. Lì, dove il Papa aveva aperto la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia, ora, in un passaggio elettorale delicato, torna l’insicurezza e la morte. I ribelli che nelle settimane scorse hanno conquistato alcune città hanno tentato di entrare a Bangui e sono stati respinti dall’esercito. Trenta almeno le vittime, ancora incerto il numero degli sfollati. Da Bangui la testimonianza di padre Federico Trinchero, missionario carmelitano da oltre 12 anni nel Paese dove la solidarietà ha anche il volto della fraternità della Chiesa italiana. Sono tanti nel Paese africano i progetti sostenuti attraverso l’otto per mille dal Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo della Cei raccontati dal responsabile don Leonardo Di Mauro.

 

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