25 aprile 2021
Nella chiesa medievale dell’abbazia di Santa Maria Maddalena a Vézelay, in Borgogna, c’è un capitello intagliato del quale si parla molto da qualche decennio. È stato citato da don Mazzolari e di recente anche da papa Francesco. Posto molto in alto, più un fregio che un elemento strutturale, esso raffigura su di un lato Giuda suicida dopo il tradimento che pende da un albero. La figura di grande interesse è però quella centrale, nella quale si vede Gesù nella posa del buon pastore, che reca sulle spalle il corpo del suicida, anche lui pecora smarrita e salvata. Anche per Giuda, posto da Dante nel fondo dell’inferno come massimo peccatore, si giungerebbe dunque a un riscatto finale. È l’apocatastasi di Origene, la vittoria finale e totale della volontà di Dio che conduce ogni parte del creato al compimento della sua vocazione. Di questo scrive Wrembek nel suo Giuda l’amico, che si conclude con la comunicazione di una ulteriore scoperta iconografica relativa al capitello in questione: il sorriso sul volto di Cristo si completa con quello che troviamo nelle labbra di Giuda salvato.