Buona la prima – Carcere – Carenze di strutture per disagio mentale e di misure alternative per i più vulnerabili. L’allarme del Garante

17 Gennaio 2020

La vulnerabilità in carcere, secondo il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, è di due aspetti: una di tipo sociale che riguarda le persone con disagio economico, senza fissa dimora, o psichico (dei 53 suicidi nel 2019, 10 erano senza tetto). L’altra è la vulnerabilità di chi lavora in carcere, spesso non formato per affrontare questa complessità sociale (nel 2019, 9 suicidi e 827 aggrediti). Su una popolazione carceraria di 60.885 detenuti, 23.024 stanno scontando una pena o un residuo di pena inferiore ai tre anni e potrebbero quindi accedere a misure alternative. Altra problematica importante è l’articolazione per la salute mentale in carcere e le Rems, dove sono reclusi i non imputabili (619 in tutto). In carcere solo in 32 istituti su 191, sono presenti le articolazioni “per la salute mentale”, talora sono luoghi degradanti, le cosiddette ‘celle lisce’ (nuda la cella e a volte anche il detenuto). Per il Garante la risposta al reato deve prevedere un progetto, che include la pena, ma pensa anche al dopo, al rientro nella società con modalità diverse. Focus con Daniela de Robert, membro del collegio del Garante. È il tema della puntata di Buona la prima, condotto da Federica Margaritora, in onda dal lunedì al venerdì alle 18.13. Il programma, che approfondisce le notizie del giorno, apre con i desk dei principali quotidiani nazionali e locali: oggi la prima pagina del Corriere della Sera, con Andrea Balzanetti, caporedattore centrale, e la prima pagina della Gazzetta del Sud, con Paolo Cuomo, del desk centrale.