Cantone a InBlu Radio: “Nomina Pignatone è riconoscimento mondiale. Esperienza Anac soddisfacente”

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Ecco l’audio dell’intervista di Chiara Placenti:

Vaticano, Cantone: “Nomina Pignatone è riconoscimento mondiale”
Presidente Anac a InBlu Radio: “Non ho mai creduto che lui tornasse a fare il nonno a tempo pieno a Palermo”

Roma, 4 ottobre 2019. “Della nomina di Pignatone sono soddisfatto come cittadino, come magistrato e anche come amico. Credo che sia un riconoscimento giusto, al termine di una carriera brillante fatta a servizio dello Stato. Pignatone è l’uomo delle Istituzioni. Ed è un riconoscimento mondiale, perché il papato si trova in Italia ma è un’istituzione mondiale”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.
“È un riconoscimento importante – ha aggiunto Cantone – anche perché Pignatone è sempre stato in prima fila nella lotta alla corruzione in generale e alla criminalità. Io ho avuto il privilegio di partecipare con lui proprio il grande evento organizzato in Vaticano che riguardava la corruzione, questo ha dimostrato anche una vicinanza culturale al mondo della Chiesa, che credo sia stata tenuta presente in questa scelta”.
“Pignatone – ha sottolineato Cantone a InBlu radio – è una persona che ha ancora energie mentali e fisiche e soprattutto esperienza da mettere a disposizione per una causa importantissima, perché comunque all’interno della Chiesa ci sono problemi che sono problemi degli uomini, perché la Chiesa è fatta soprattutto dagli uomini. Credo che si tratti di un impegno importante anche dal punto di vista simbolico e credo che sia giusto chiedere a Pignatone un ulteriore sforzo. Chi ha ancora energia da dare, senza togliere spazio ai giovani, è giusto che non venga accantonato. Non ho mai creduto che Pignatone tornasse davvero a fare il nonno a tempo pieno a Palermo. E ora ha colto l’occasione, un’occasione anche in linea con quello che ha fatto fino ad oggi”.

Anac, Cantone: “L’esperienza del fuori ruolo arricchisce magistrato”
Presidente a InBlu Radio traccia bilancio dei 5 anni: “Non mi ha sorpresa nulla, anzi mi aspettavo di peggio. Alcune volte mi ha preoccupato il fuoco amico”
 

Roma, 4 ottobre 2019. “Un’esperienza che sul piano personale mi ha arricchito tantissimo: quella del fuori ruolo è un’esperienza che può arricchire il magistrato”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, facendo un bilancio dei 5 anni alla guida dell’Anac.
“Capita spesso ai magistrati – ha aggiunto Cantone – di avere un atteggiamento autoreferenziale rispetto ad alcune vicende. Per esempio ho capito di avere una conoscenza dell’amministrazione pubblica anche un po’ mediata da una visione negativa da vicende patologiche di cui noi magistrali penali ci occupiamo. E invece questa occasione ho verificato che ha tanti aspetti negativi ma anche tantissimo aspetti positivi. Ho capito che cosa significa dover assumere delle responsabilità dal punto di vista amministrativo e cosa significa dover correre rischi. Credo che per me oggi sia molto più semplice provare a mettermi nei panni di chi deve decidere per provare a capire la distinzione fra chi decide in buona fede, potendo sbagliare, e chi invece decide in malafede con interessi diversi. Ecco questo è il lascito più importante, ma ce ne sono tanti altri”.

“Nella mia esperienza all’Anac – ha aggiunto Cantone a InBlu Radio – Non sono stato sorpreso da nulla, anzi in certi momenti mi aspettavo peggio. Per la mia esperienza precedente avevo una preoccupazione maggiore di quanto poi è successo. Mi ritengo sostanzialmente soddisfatto, a volte mi ha preoccupato quello che qualcuno chiama il fuoco amico: quello che viene da contesti nei quali tu pensi di essere dalla stessa parte. Questo soprattutto in una prima fase. Poi ho capito e ho dato la giusta interpretazione”.

“Ho sempre pensato nella lotta alla mafia – ha concluso Cantone a InBlu Radio – che ha caratterizzato la prima fase della mia vita professionale, che la mafia spesso ha un grande vantaggio: è irriconoscibile ed è molto più pericolosa, è quella di chi è più simile a te, si veste al tuo stesso modo, frequenta i tuoi stessi ambienti, parla il tuo stesso modo e finge di dire le stesse cose che dici tu. È molto più insidiosa”.