Buona la prima – Piazza Fontana – 50 anni dalla strage, Mattarella: depistaggi di una parte dello Stato doppiamente colpevoli. Focus con Paolo Brogi, autore di ‘Pinelli. L’innocente che cadde giù’

12 Dicembre 2019

Alle 16 e 37 del 12 dicembre del 1969, una bomba esplose causando 17 morti e oltre 80 feriti nella Banca nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano, dove erano in corso le contrattazioni del mercato agricolo e del bestiame. Sette processi che alla fine hanno stabilito che l’attentato era stato opera di Ordine Nuovo ma nessun colpevole in carcere, malgrado le riconosciute responsabilità di Franco Freda e Giovanni Ventura, non più giudicabili perché già processati e assolti in viua definitiva per gli stessi fatti. Tanti i depistaggi. Da subito, infatti, le indagini si diressero verso la pista anarchica, con l’arresto del ballerino Pietro Valpreda, frettolosamente o dolosamente individuato come autore della strage e che sarà assolto nel 1985 dopo un lungo calvario giudiziario. Il 15 dicembre la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato dal quarto piano della questura durante un interrogatorio. Solo qualche tempo dopo si iniziò a seguire la pista nera con le indagini su elementi di Ordine Nuovo padovani e l’incriminazione di Giovanni Ventura e dell’editore ‘nazimaoista’ Franco Freda. Poi la decisione di trasferire il processo da Milano a Roma, da Roma nuovamente nel capoluogo lombardo e infine a Catanzaro. Risultato: assolti sia Valpreda, sia i neofascisti. Focus con Paolo Brogi, giornalista e autore del libro ‘Pinelli. L’innocente che cadde giù. Dalle carte sugli Affari Riservati nuova luce su depistaggi e montature’ (Castelvecchi editore). È il tema della puntata di Buona la prima, condotto da Federica Margaritora, in onda dal lunedì al venerdì alle 18.13. Il programma, che approfondisce le notizie del giorno, apre con i desk dei principali quotidiani nazionali e locali: oggi la prima pagina de Il Sole 24 Ore, con Roberto Iotti, caporedattore centrale e le prime pagine de Il Mattino di Padova e de La Nuova Venezia, con Paolo Cagnan, condirettore.